Questa è la storia di Sonia, una ragazza che con il primo lockdown aveva perso il lavoro e l’opportunità di una propria indipendenza economica, salvo poi trovare un’occasione quasi insperata grazie alla Diaconia Valdese e al sostegno di una borsa di studio garantita dalla Fondazione Guidi Franceschini Onlus. Oggi Sonia è stata assunta dalla Coworking Multiverso, l’azienda che l’aveva inizialmente accolta come tirocinante, ed ha voluto raccontare così la sua esperienza:
Firenze, 10 settembre 2021
Carissimi Maddalena e Franco
Al termine del percorso che abbiamo fatto insieme voglio ringraziare la Fondazione Guido Franceschini raccontando la mia storia che è una storia di speranza caratterizzata dalla mia determinazione a credere in un futuro migliore ma anche dall’aiuto delle persone che mi hanno offerto un indispensabile supporto umano ed economico.
Ho cominciato a lavorare presso la società “Coworking Multiverso” ormai quasi un anno fa, ai tempi del Covid. Tutto è iniziato in modo un po’ casuale, senza troppo impegno. Avevo perso il lavoro a causa del lockdown e gli operatori del SerD Q4 mi stavano cercando un nuovo inserimento terapeutico/lavorativo per potermi garantire un minimo di indipendenza. Inoltre in quello stesso periodo, grazie a un progetto di co-housing, avevo potuto lasciare la casa della mia famiglia trasferendomi in una casa della Diaconia Valdese che, seppure in un ambiente protetto, mi assicurava una maggiore autonomia abitativa. Però per poter mantenere questa situazione avevo comunque bisogno di un minimo di reddito.
E’ stato Andrea Massini, l’operatore di riferimento della Diaconia Valdese per il progetto dico-abitazione, a presentarmi alla società di co-working Multiverso, con lo scopo, come dicevo, di “portare il pane a casa” e per permettermi di essere in grado di rispettare l’impegno mensile preso.
Sfruttando il mio diploma in Amministrazione, Finanza e Marketing, sono stata inserita in questo contesto: allo spazio serviva qualcuno che si occupasse della segreteria e a me serviva un lavoro.
E tutto è cominciato e passavano i mesi. La cifra che percepivo spesso non mi consentiva di fare molto, bastava a pagare l’affitto e fare la spesa, ma non sempre ce la facevo ad arrivare a fine mese-me la cavavo.
Fu così che Andrea Massini mi mise in contatto con la Fondazione Franceschini: purtroppo la situazione dell’inserimento lavorativo non poteva essere portata avanti per molto e a quel punto erano aumentate le cose in gioco: oltre all’indipendenza abitativa e agli altri “oneri” si erano aggiunti altri costi scaturiti dalla mia ammissione ad una accademia d’arte privata. Ovviamente io ero molto contente, perché finalmente potevo studiare e applicarmi in ciò che fin da quando ero piccola avrei voluto fare ma che non mai avuto il coraggio di fare per tutta una serie di sfortunati eventi. Quando venni a sapere di questa opportunità ne fui contentissima e molto grata.
Per me è stato molto importante essere stata sostenuta in questi sei mesi di tirocinio perché mi ha permesso non solo di rispettare tutti gli impegni, ma anche di frequentare al massimo delle mie possibilità il percorso accademico. Sicuramente conciliare tutti gli impegni – lavoro, lezioni, tavole accademiche, frequenza al Serd e ai gruppi terapeutici – è stato difficile, non avevo tempo libero e spesso facevo i salti mortali per poter consegnare tutti i progetti e riuscire ad esserci sempre e dovunque. Però piano piano, giorno dopo giorno e mese dopo mese, ho acquistato una maggiore sicurezza in me stessa e nelle mie competenze ma soprattutto ho sviluppato un maggior livello di tolleranza alle frustrazioni, crescendo sotto tutti i punti di vista.
Alla “fine” di questa esperienza, che è anche un nuovo inizio, posso dire di essere cresciuta dal punto di vista professionale ma anche dal punto di vista personale ed umano. Ho iniziato la mia esperienza lavorativa in una fase del percorso di riabilitazione difficile per me; c’erano state una serie di difficoltà che mi avevano un po’ messo in uno stato di stallo ed anche le cose più scontate per me erano difficili da adempiere. Adesso col senno di poi mi rendo conto che ero poco affidabile e discontinua, avevo problemi nel mantenere gli impegni presi e non avevo le idee molto chiare, non sapevo bene quello che volevo fare né quello che mi sarebbe piaciuto fare. Grazie a questo inserimento/tirocinio sono potuta crescere sotto il punto di vista professionale ed ho potuto lavorare e piallare tutti quei punti grezzi e scheggiati che avevo, diventando una persona più responsabile e consapevole delle proprie capacità.
Questo ultimo anno per me è stato molto importante sotto tutti i punti di vista anche se a causa della pandemia non è stato facile. Per me da tutta una serie di difficoltà ne sono derivate una serie di opportunità che non darò mai per scontato: l’indipendenza abitativa dalla famiglia, l’indipendenza economica ed un percorso di studi; avere un lavoro che mi piace, che unisce quello che ho studiato nella scuola superiore con quello che sto studiando adesso mi sembra un’ottima soluzione.
Al termine del tirocinio sono stata assunta e dopo tutte le difficoltà che ho avuto negli ultimi anni, finalmente sento di aver raggiunto una stabilità. Questo tirocinio mi ha dato una grossa mano permettendomi di sperimentarmi in nuovi ambiti camminando con le mie gambe sia dal punto di vista economico che nella vita di tutti i giorni, in modo autonomo. Tutto ciò per me è molto soddisfacente.
Se ripenso alla mia condizione di qualche anno fa non credo che nessuno si aspettasse tutto questo.
Con gratitudine
Sonia